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La biblioteca rimarrà chiusa durante le vacanze natalizie dal 21.12.2024 - 6.01.2025.
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Vigilia di Natale 24.12.2024 10:00 - 14:00
Natale 25.12.2024 10:00 - 17:00
Santo Stefano 26.12.2024 10:00 - 19:00
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30.12.2024 10:00 - 17:00
San Silvestro 31.12.2024 10:00 - 17:00
Capodanno 01.01.2025 10:00 - 17:00
San Basilio 02.01.2025 10:00 - 19:00
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Mostrare tutto21.03. – 17.08.2025
La techno è molto più di bassi vibranti: oltre alla musica, che si declina in innumerevoli sottogeneri, la cultura techno comprende anche moda, grafica, design e danza. I primi brani techno, come «No UFO's» di Juan Atkins, prodotto a partire da un drum computer e influenzato da film di fantascienza, testimoniano dello sviluppo tecnologico e dello spirito degli anni 1980. È allora che la techno si diffonde da Detroit in Europa ed anche in Svizzera. Eventi techno non tardano a essere organizzati in Svizzera che diventa un polo di attrazione per DJ di fama internazionale. La Street Parade di Zurigo, il più grande e importante evento techno al mondo, ha fatto di questa cultura una delle tradizioni viventi del nostro Paese. La techno si articola principalmente intorno alla pratica del ballo condiviso in club, in edifici industriali dismessi e all'aperto. In questi spazi di libertà, i e le raver esprimono la loro personalità ed indossano abiti creati appositamente per fare un’entrata in grande stile nella pista da ballo. Se la techno è un inno alla pace, all'amore e alla tolleranza, deve anche affrontare sfide come le lamentele per il rumore, l'abuso di droghe e la gentrificazione.
La mostra al Museo Nazionale Zurigo mette in luce una cultura che ancora oggi risveglia l’entusiasmo di milioni di persone in tutto il mondo. In un negozio di dischi appositamente allestito per la mostra e grazie a installazioni video e audio, le visitatrici e i visitatori sperimentano l’evoluzione della musica elettronica e le dimensioni sociali, politiche, economiche ed estetiche della cultura techno in Svizzera.
09.05. – 29.06.2025
Da anni «Swiss Press Photo» presenta le migliori fotografie giornalistiche svizzere dell’anno trascorso nelle categorie Attualità, Vita quotidiana, Storie svizzere, Ritratti, Sport e Internazionale. Le fotografie sono selezionate da una giuria nazionale e si distinguono per la loro capacità di fornire uno sguardo sintetico sul 2024.
09.05. – 09.06.2025
«World Press Photo 2025» rivolge la propria attenzione a ciò che accade nel mondo. Le giurie internazionali selezionano le migliori foto giornalistiche del mondo tra decine di migliaia di immagini. Uno sguardo retrospettivo sul 2024 permette di soffermarsi con calma sulla rapida successione di eventi del nostro tempo che ci è proposta dai media e di riflettere su di essa secondo prospettive critiche inedite.
13.06. – 09.11.2025
Benché la Svizzera non vanti alcuna tradizione monarchica, le storie delle case reali hanno sempre suscitato un notevole fascino anche nel nostro Paese, poiché le teste coronate non solo hanno portato in Svizzera sfarzo e splendore, ma vi hanno anche celebrato il proprio potere. Sono numerose le case reali a essere state accolte in Svizzera a partire dal XIX secolo. È il caso per esempio del re Ludovico II di Baviera, che provava un tale entusiasmo per la leggenda di Guglielmo Tell da recarsi sul lago dei Quattro Cantoni nel 1865, con l’intenzione di acquistare il Grütli per costruirvi un castello. Oppure Carlo Luigi Napoleone Bonaparte: dopo la fuga della sua famiglia, il nipote di Napoleone I nonché futuro imperatore dei Francesi trascorse buona parte della propria infanzia nel castello di Arenenberg, si esprimeva come un vero turgoviese e frequentò la scuola militare di Thun. Una delle storie più note e toccanti, tuttavia, è quella di Sissi, l’imperatrice d’Austria, che venne più volte in Svizzera per riposare e svagarsi. Fu assassinata a Ginevra nel 1898. Che si trattasse di imperatrici, di regine o di principesse, le visite reali avevano qualcosa in comune, indipendentemente dal fatto che fossero dettate da motivi politici, economici o privati. Allora come oggi, suscitavano un fascino e un entusiasmo immensi tra la popolazione svizzera. È quanto illustra la mostra attraverso numerose immagini e oggetti esclusivi appartenuti ai membri delle famiglie reali.
11.07. – 26.10.2025
Negli anni Cinquanta del secolo scorso, il fabbisogno di energia elettrica conobbe un incremento massiccio anche in Svizzera. La costruzione di dighe iniziò su vasta scala nelle Alpi. «Progetti del secolo» come la Grande Dixence, ma anche la scomparsa sotto l’acqua del villaggio di Marmorera nel 1954 o ancora il disastro di Mattmark nel 1965 cambiarono radicalmente la vita nelle Alpi. L’installazione video affronta le dinamiche economiche, ricorda le dispute politiche e solleva il tema delle sfide logistiche che accompagnarono tali progetti. Testimoni diretti con esperienze diverse legate all’energia idraulica nelle Alpi raccontano delle prodezze ingegneristiche e delle dure condizioni di lavoro sui cantieri. Descrivono lo sviluppo delle infrastrutture, ma anche gli stravolgimenti nelle loro vite. E ricordano l’opposizione che venne a crearsi contro lo spostamento di interi villaggi e a favore della protezione dell’ambiente.
Il formato
Non tutti gli sviluppi che hanno caratterizzato il recente passato della Svizzera si prestano a essere rappresentati mediante oggetti. Il formato «Esperienze della Svizzera» si concentra di conseguenza sui testimoni diretti. I loro destini e le loro esperienze, di cui spesso non è rimasta alcuna traccia nei testi o negli archivi, offrono al pubblico del museo uno sguardo plurale e ricco di emozioni sulla storia recente della Svizzera. Il tema affrontato cambia ogni anno. Il formato non si avvale di oggetti, ma prevede una grande proiezione immersiva con cuffie audio e una postazione che consente di approfondire l’argomento trattato grazie a informazioni sugli ultimi risultati della ricerca e sul contesto storico-culturale in cui esso si inserisce.
18.07.2025 – 12.04.2026
Gli accessori sono sempre stati più di semplici ornamenti: cappelli, foulard, guanti, borse e scarpe riflettono l’appartenenza sociale, politica e religiosa, permettono di ostentare potere e status, proteggono e modellano il corpo oppure incarnano le ultime tendenze della moda. Sulla scorta di oggetti appartenenti alla collezione del Museo nazionale svizzero, la mostra illustra l’impatto dei cambiamenti sociali sugli accessori. Dai rigidi codici di abbigliamento dell’inizio dell’epoca moderna al gioco con le norme di genere dei giorni nostri, la mostra offre uno scorcio della storia della moda «dalla testa ai piedi».
17.10.2025 – 15.02.2026
La Svizzera è sempre stata la patria di «esploratori dell’anima» come Jean-Jacques Rousseau, Friedrich Nietzsche e Carl Gustav Jung. Dal pionieristico test di Rorschach all’analisi esistenziale di Ludwig Binswanger e alla psicologia analitica di Jung, lo sviluppo della psichiatria, della psicologia e della psicoanalisi è strettamente legato al nostro Paese e continua a esercitarvi un’importante influenza anche oggi. In occasione del 150° anniversario della nascita di C. G. Jung, il Museo nazionale Zurigo presenta la sua prima mostra di ampio respiro sulla storia della scoperta della psiche in Svizzera. Cuore dell’esposizione è il leggendario «Libro rosso» che Carl Gustav Jung scrisse nel corso di un’intensa fase di autoriflessione. Ma anche l’arte riflette l’esplorazione dell’anima attraverso le opere visionarie di Johann Heinrich Füssli, Emma Kunz, Rudolf Steiner, Meret Oppenheim e Thomas Hirschhorn. Integrata a una panoramica della psichiatria in tutte le regioni del Paese, emerge una «psico-geografia» della Svizzera che rivela in modo suggestivo il legame tra anima e paesaggio.
14.11.2025 – 04.01.2026
La tradizionale mostra di presepi porta un'atmosfera natalizia al Museo nazionale a Zurigo. Ogni anno, un’attenzione particolare è rivolta a un aspetto specifico della rappresentazione del presepe attraverso una selezione di presepi storici e moderni. Come sempre la mostra prevede anche un ricco programma di manifestazioni destinate alle famiglie.
19.12.2025 – 20.04.2026
Già prima dell’industrializzazione, i bambini fornivano un contributo indispensabile all’economia familiare, sia in casa che nelle fattorie e nel lavoro a domicilio. Con l’avvento dell’industria, i bambini furono sfruttati come manodopera a basso costo nelle fabbriche tessili, soprattutto se provenivano da famiglie povere. Lavoravano per ore, svolgevano mansioni pericolose e dannose per la salute e spesso non potevano andare a scuola. A partire dagli anni Trenta del XIX secolo, l’obbligo scolastico fu gradualmente introdotto dai cantoni. Nel 1877, la legge federale sulle fabbriche vietò il lavoro ai minori di 14 anni. Ciononostante, i bambini continuarono a essere impiegati sia nel lavoro a domicilio che in agricoltura. La mostra affronta anche il tema dei bambini collocati con la forza in famiglie contadine o in istituti e costretti a lavorare lontani dalle proprie famiglie. E ricorda chi si è battuto per l’istruzione e la protezione dei bambini, mostrando inoltre come il tema viene dibattuto oggi.