Key-Visual der Ausstellung "Weg aus der Schweiz"

Lasciare la Svizzera

Storie di emigrazione dal 1848

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Mostra

Fino al XX secolo la Svizzera era un Paese di emigrati. Solo poche generazioni fa, per far fronte alle difficoltà economiche gli svizzeri emigravano in Francia, Brasile o negli Stati Uniti. La mostra «Lasciare la Svizzera» è dedicata alle emozionanti storie di quegli uomini, donne e famiglie che hanno lasciato la propria terra nella speranza di una vita migliore. Ma l’emigrazione continua a essere un tema di attualità, visto che al momento sono circa 800'000 i cittadini svizzeri che vivono all’estero. Spesso indicati come la «Quinta Svizzera» sono anch’essi tra i protagonisti della mostra.

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Lasciare la Svizzera – Storie di emigrazione dal 1848

Museo nazionale Zurigo | 7.1.2022 - 24.4.2022
Data di pubblicazione 5.1.2022

A lungo la Svizzera è stata un Paese di emigrati. Molti fuggivano dalla povertà, alcuni partivano in cerca d’avventura, mentre altri erano semplicemente costretti a lasciare la propria casa. Una nuova mostra del Museo nazionale presenta le diverse strade che li hanno condotti attraverso il vasto mondo.

Fino all’inizio del XX secolo, uomini, donne e intere famiglie emigravano in Francia, Brasile o negli Stati Uniti per far fronte alle varie difficoltà economiche. È stato solo con l’emergere della prosperità che questo numero ha cominciato a diminuire. Ciononostante, oggi circa l’undici per cento degli svizzeri vive all’estero. Conosciuti anche come la «Quinta Svizzera» riaffiorano regolarmente nella coscienza collettiva soprattutto in vista delle elezioni.

La mostra esplora in profondità la realtà quotidiana della vita degli emigranti. Come, ad esempio, la famiglia ebrea Guggenheim, emigrata negli Stati Uniti nel XIX secolo e che grazie al commercio è diventata una delle famiglie più ricche del Paese. Oppure i fratelli Samuel e Johann Berger, partiti nel 1874 alla volta della Russia, dove sono diventati casari di successo. Tuttavia, molti emigranti non sono mai riusciti a realizzare i propri sogni di successo e anche nella nuova patria hanno condotto un’esistenza infelice, spesso offuscata dalla nostalgia di casa. La nostalgia della Svizzera era particolarmente forte tra coloro che non erano partiti volontariamente. A quel tempo, non era raro infatti che i comuni spingessero i propri abitanti a emigrare. Si prendevano persino carico delle spese di viaggio, perché alla fine era più conveniente per le casse comunali che un sostegno a lungo termine per i poveri.

Tuttavia, non erano solo le persone povere a lasciare la Svizzera. In molti sono stati attirati dalla vita oltre confine spinti dalla sete di avventura e dal crescente desiderio di acquisire nuove competenze. La friburghese Adèle d'Affry, ad esempio, è emigrata a Parigi dopo la morte del marito, dove è diventata famosa con lo pseudonimo maschile «Marcello». Nel XIX secolo il suo atelier era uno dei luoghi di ritrovo dell’alta società parigina. All’altra estremità della società, Beat Richner, un medico di Zurigo, ha fondato negli anni Novanta diversi ospedali per bambini in Cambogia per dare la possibilità anche ai più poveri di accedere gratuitamente alle cure mediche.

Oggi sono circa 800 000 i cittadini svizzeri che vivono all’estero. La maggior parte dei quali, più del sessanta per cento, in Europa. Hanno diritto di voto e di eleggibilità e i loro interessi di fronte alle autorità e al parlamento svizzeri sono rappresentati da un organo ufficiale: l’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE).

Più sulla mostra

Immagini

Ponte di una nave di emigranti, intorno al 1905.

© akg-images / Waldemar Abegg

Disoccupati svizzeri emigrati in Brasile, intorno al 1930.

© KEYSTONE/PHOTOPRESS-ARCHIV/Str

Douglas DC-4-1009 A, HB-ILA «Genève» in volo sopra New York, 1947.

© ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv/Stiftung Luftbild Schweiz / Fotograf: Swissair / LBS_SR03-03469 / CC BY-SA 4.0

Operai nel locale per la fermentazione della piantagione di tabacco Bavaria Estate, intorno al 1884-1887.

Museo nazionale svizzero

Foto di gruppo degli svizzeri all’estero al «New York Swiss Club, Hotel Astor», 1905.

Museo nazionale svizzero

Châlet suisse in Léopoldville, Congo, 1933.

© Archivio federale svizzero, Berna

Manifesto pubblicitario di un’agenzia di viaggio, intorno al 1930.

© Verkehrshaus der Schweiz, VA-40166x

Annuncio su giornale «Partire per l’America» in Bote der Urschweiz, Svitto, febbraio 1881.

© Staatsarchiv Schwyz

Sguardo sulla mostra.

© Museo nazionale svizzero

Sguardo sulla mostra.

© Museo nazionale svizzero

Sguardo sulla mostra.

© Museo nazionale svizzero

Contatto per la stampa e Museo nazionale Zurigo

+41 44 218 65 64 medien@nationalmuseum.ch

Colophon

  • Direzione generale Denise Tonella, Andreas Spillmann (bis | jusqu’au | sino a | till 31.3.2021)
  • Curatori della mostra e concezione Marina Amstad, Pia Schubiger, Anna Wälli
  • Direzione del progetto Marina Amstad
  • Scenografia Gasser, Derungs Innenarchitekturen GmbH
  • Grafica Thomas Lehmann, LDSGN Zürich
  • Comitato consultivo Denise Tonella, Heidi Amrein, Markus Leuthard, Beat Högger, Sabrina Médioni
  • Controllo del progetto Sabrina Médioni
  • Mediazione culturale Gaby Fierz, fierz-kulturprojekte, Stefanie Bittmann
  • Grafica pubblicitaria Roli Hofer
  • Direzione tecnica Henrike Binder, Ladina Fait
  • Allestimento della mostra Bachir Ezzerari, Janine auf der Maur, Ladina Fait, Marc Hägeli, Mike Roder, David Schwitter, Aroma Productions AG
  • Direzione dei lavori di conservazione Tino Zagermann
  • Conservazione e montaggio degli oggetti Anna Jurt, Elisabeth Kleine, Tino Zagermann
  • Prestiti e logistica degli oggetti Christian Affentranger, David Blazquez, Simon D’Hollosy, Reto Hegetschweiler, Maya Jucker, Markus Scherer, Angela Zeier
  • Fotografia Jörg Brandt
  • Archivio fotografico Andrea Kunz, Fabian Müller
  • IT / Web René Vogel, Danilo Rüttimann
  • Postazioni interattivi Thomas Bucher, Ulrich Heiniger, Pasquale Pollastro, Danilo Rüttimann, René Vogel
  • Marketing e comunicazione Andrej Abplanalp, Alexander Rechsteiner, Carole Neuenschwander, Sebastiano Mereu, Anna-Britta Maag
  • Traduzioni Laurence Neuffer, Language Factory

Prestiti

  • Beverlie Blee-Salt, England
  • Erben Samuel Berger
  • ETH-Bibliothek, Hochschularchiv der ETH Zürich
  • Heimatmuseum Rothrist
  • Roland Isler, Heatherton, Australien
  • Kantonsbibliothek Vadiana, St. Gallen
  • Dr. Jacques Edgar Müller, Zumikon
  • Musée d’art et d’histoire, Fribourg
  • Musée gruérien, Bulle
  • Museum der Kulturen Basel
  • Ortsmuseum Dietikon
  • Righetti & Partner GmbH
  • Sammlung Verkehrshaus der Schweiz, Luzern
  • Schweizerisches Bundesarchiv, Bern
  • Literaturarchiv, Schweizerische Nationalbibliothek, Bern
  • Schweizerisches Sozialarchiv, Zürich
  • Station Ritz, Verein Besucherzentrum Niederwald
  • Staatsarchiv Aargau
  • Staatsarchiv des Kantons Bern
  • Staatsarchiv Graubünden, Chur
  • Staatsarchiv Schwyz
  • Stiftung Kantha Bopha, Zürich
  • Universitätsbibliothek Lausanne
  • Völkerkundemuseum der Universität Zürich
  • Zentralbibliothek Zürich