Key-Visual der Ausstellung "Im Wald"

Nel bosco

Una storia culturale

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Mostra

Il bosco, sfruttato dall’uomo da secoli, a partire dal XIX secolo viene progressivamente devastato dalla crescente industrializzazione. Presto, però, personalità come Paul Sarasin e più tardi Bruno Manser decidono di far sentire la propria voce schierandosi a favore della conservazione di questo bene prezioso. La mostra presenta anche il nostro rapporto con il bosco attraverso le rappresentazioni nella letteratura e nell’arte: un tempo inneggiato dai romantici quale rifugio dalla civiltà, oggi è diventato per gli artisti il simbolo del cambiamento climatico.

Con opere di Guido Baselgia, Denise Bertschi, Julian Charrière, Franz Gertsch, Klaus Littmann, Ugo Rondinone, Shirana Shahbazi, Thomas Struth e fotografie di James Barclay, Julien Coquentin, Erik Pauser, Mutang Urud, Alberto Venzago.

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Nel bosco. Una storia culturale

Museo nazionale Zurigo | 18.3.2022 - 17.7.2022
Data di pubblicazione 16.3.2022

Sfruttamento. Distruzione. Protezione. Nel corso dei secoli, il nostro rapporto con il bosco è cambiato profondamente. Una nuova esposizione al Museo nazionale mostra come questo cambiamento ha influenzato la cultura, l’arte e anche la letteratura.

Il bosco, sfruttato dall’uomo da secoli, viene progressivamente devastato dalla crescente industrializzazione che ha avuto inizio nel XIX secolo, causando la scomparsa di gran parte della fauna e della flora. Tuttavia, qualcuno ha saputo guardare oltre gli aspetti economici. Figure come Paul Sarasin (1856-1929), naturalista e cofondatore del Parco nazionale svizzero, si sono impegnate a proteggere la natura, portando gradualmente a un cambiamento di mentalità in alcuni settori della società. Rifiutando lo sfruttamento brutale, si è assistito a una graduale presa di coscienza della necessità di preservare meglio la natura, gettando così le basi verso la protezione dell’ambiente. Ma questo «viaggio» non può fermarsi alle frontiere nazionali, come dimostra, ad esempio, l’impegno radicale di Bruno Manser, che negli anni Ottanta si è recato nel Borneo per unirsi ai nomadi che vivono nella foresta e lottare con loro contro la deforestazione. Un impegno che Manser alla fine ha pagato con la sua vita. I suoi diari riccamente illustrati, che si possono vedere nella mostra, raccontano la sua esperienza attraverso un mix di linguaggio e disegni.

Il nostro rapporto ancestrale con il bosco si riflette anche in numerose opere artistiche e letterarie. Tuttavia, questo legame si è continuamente evoluto. Mentre gli artisti e gli scrittori romantici vedevano il bosco come un rifugio e una fonte di tranquillità in un mondo sempre più frenetico, la modernità classica l’ha trasformato nella più pura forma di estetica e di sublimità.

Nell’arte del XX secolo, il tema del bosco ha assunto sempre più il valore di un manifesto politico contro la distruzione dell’ambiente. Questa idea fondamentale è radicata ancora oggi, anche se le forme e i mezzi di comunicazione sono diversi da qualche decennio fa. Allo stesso tempo, le visioni del romanticismo sono più presenti che mai, ritraendo il bosco come il luogo per eccellenza di meditazione, pace e relax. Come allora, viviamo in un mondo frenetico dove sempre più persone sono alla ricerca di un posto tranquillo in cui rifugiarsi.

La mostra si conclude con la scultura dell’albero di Ugo Rondinone, che rappresenta più di un solenne avvertimento contro il cambiamento climatico. Altre opere di artisti contemporanei come Guido Baselgia, Denise Bertschi, Julian Charrière, Franz Gertsch, Shirana Shahbazi o Thomas Struth mostrano che oggi possiamo vivere il bosco come un vasto insieme. I visitatori possono inoltre sedersi nell’«arena per un albero», allestita nel cortile interno del museo, e meditare sul futuro di questo bene prezioso. Al centro di quest’opera di Klaus Littmann sorge un albero spoglio che invita il pubblico a riflettere sul suo rapporto con il bosco.

Immagini

Le querce, un motivo prediletto

Robert Zünd dipinge più volte il querceto, in modo quasi identico. Con il suo minuzioso stile, Zünd occupa una posizione speciale nel paesaggio pittorico svizzero. Robert Zünd (1827–1909), Eichwald, 1859, Olio su tela, 77,7 x 104,2 cm

Kunstmuseum Luzern, Depositum der Stiftung BEST Art Collection Luzern, vormals Bernhard Eglin-Stiftung, Inv.-Nr. M 87x, © Kunstmuseum Luzern, Foto: Roberto Pellegrini

Il taglialegna

Il taglialegna di Ferdinand Hodler è simbolo di forza e resistenza. L’uomo eroico che si impone sulla natura diventa la più grande minaccia per sé stesso. Ferdinand Hodler (1853–1918), Der Holzfäller, 1910, Olio su tela, 129.5 x 100 cm.

Kunstsammlung der Schweizerischen Mobiliar Genossenschaft

Arte del Gran Chaco, Paraguay

Robert Zünd dipinge più volte il querceto, in modo quasi identico. Con il suo minuzioso stile, Zünd occupa una posizione speciale nel paesaggio pittorico svizzero. Robert Zünd (1827–1909), Eichwald, 1859, Olio su tela, 77,7 x 104,2 cm

Collezione Artes Vivas, Verena Regehr Gerber

Scuola forestale

La scuola forestale del Politecnico federale di Zurigo forma specialisti per la protezione delle foreste. Nella foto: laureati e professori, 1866.

Foto: Archiv Eidg. Forschungsanstalt WSL, Bildarchiv Knuchel-ETH, 1892-1952

Raccoglitrice di fogliame

Per secoli il fogliame ha nutrito gli animali. Serviva però anche come strame nelle stalle o per riempire una bisaccia che serviva da materasso per i più poveri. Ernest Biéler (1863–1948), Ramasseuse de feuilles mortes, s.d. [ca. 1909], Guazzo, acquerello e matita su carta, 47 x 57,9 cm.

Musée d’art du Valais, Sion, inv. BA 2201 ©Musées cantonaux du Valais, Sion. Michel Martinez

Scuola forestale

Gli alberi cadono al suolo uno dopo l’altro, scricchiolando. L’opera di Julian Charrière Ever Since We Crawled Out pone l’interrogativo drammatico: si può ancora salvare il bosco? O cadrà presto l’ultimo albero?

©Julian Charrière, 2022, ProLitteris, Zurich / VG Bild-Kunst, Bonn, Germany

Natura selvaggia idealizzata

Gli abeti sradicati simboleggiano la violenza primaria della natura e la sua forza. Caspar Wolf compone questa foresta primordiale nell’atelier, in modo teatrale. Caspar Wolf (1735–1783), Romantische Waldlandschaft mit drei Figuren, die eine Felszunge besteigen, 1769, Olio su tela, 63 x 53,5 cm.

Aargauer Kunsthaus Aarau, Depositum der Koch-Berner-Stiftung, Foto: Jörg Müller

Distruzione

Nel 1924, una frana distrugge parte del villaggio di Someo in Vallemaggia. Le frequenti frane in Ticino sono una conseguenza del disboscamento su larga scala dei boschi di protezione, effettuato nel XIX secolo per il commercio del legno.

Foto: Anton Krenn, 1924, ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv, Hs_1360-0173-002

Bruno e Along Sega

Bruno Manser si è impegnato a proteggere le foreste e i Penan che le abitano. Nella foto: Along Sega, portavoce e capo Penan, mette in guardia in modo eclatante l’opinione pubblica mondiale sul rischio di distruzione delle foreste pluviali di Sarawak in Malesia.

Foto: Erik-Pauser, 1999

Diario di Bruno Manser

Durante la sua permanenza tra i Penan nel Sarawak, dal 1984 al 1990, Bruno Manser ha tenuto un diario, nel quale descrive e disegna con precisione ciò che vede.

Museum der Kulturen Basel, Schenkung Erbengemeinschaft Bruno Manser 2021, Inv.-Nr. IIc 25507.08

È già troppo tardi?

La scultura di Ugo Rondinone, che si ispira a un ulivo dell’Italia meridionale vecchio di 2000 anni, è un presagio del mutamento climatico. Ugo Rondinone (*1964), wisdom? peace? blank? all of this?, 2007, alluminio fuso, laccato di bianco.

Collezione Maja Hoffmann / Luma Foundation, Foto: Enzo Velo

Arena per un albero

Klaus Littmann, Arena für einen Baum / Arena for a Tree, Kunstintervention 2022, Zurigo.

Foto: Aviaticfilms, Courtesy of the KBH.G Cultural Foundation

Sguardo sulla mostra.

© Museo nazionale svizzero

Sguardo sulla mostra.

© Museo nazionale svizzero

Sguardo sulla mostra.

© Museo nazionale svizzero

Sguardo sulla mostra.

© Museo nazionale svizzero

Sguardo sulla mostra.

© Museo nazionale svizzero

Manifesto della mostra

Museo nazionale svizzero

Contatto per la stampa e Museo nazionale Zurigo

+41 44 218 65 64 medien@nationalmuseum.ch

Partner

Con il sostegno amichevole del Parco Nazionale Svizzero e della Kulturstiftung Basel H. Geiger «Arena per un albero»

Colophon

  • Direzione generale Denise Tonella, Andreas Spillmann (bis | jusqu’au | sino a | till 31.3.2021)
  • Direzione del progetto e curatela Pascale Meyer, Regula Moser
  • Co-curatrice Noëmi Crain Merz
  • Scenografia e grafica espositiva Schmauder Und: Claudia Schmauder, Laura Murbach, Julia Castillo
  • Proiezioni video Georg Lendorff
  • Collaboratori scientifici Marina Amstad, Manuel Kaufmann
  • Stagista Luisa Heim
  • Consulenza scientifica Monika Gisler, Marlén Gubsch, Stephan Kunz, Bernhard Schär
  • Podcast podcastlab.ch – Christoph Keller
  • Direzione tecnica Debbie Sledsens, Mike Zaugg
  • Comitato consultivo Heidi Amrein, Beat Högger, Markus Leuthard, Sabrina Médioni, Denise Tonella
  • Controllo del progetto Sabrina Médioni
  • Mediazione culturale Tanja Bitonti, Stefanie Bittmann, Lisa Engi, Vera Humbel
  • Grafica pubblicitaria Roli Hofer
  • Allestimento della mostra Janine auf der Maur, Bachir Ezzerari, Ladina Fait, Marc Hägeli, Mike Roder, Dave Schwitter
  • Conservazione e assemblaggio degli oggetti Natalie Ellwanger, Iona Leroy, Anna Jurt, Charlotte Maier, Jürg Mathys, Sarah Longrée, Gaby Petrak , Alexandra Schorpp, Ulrike Rothenhaeusler
  • Prestiti e logistica degli oggetti Angela Zeier, Maya Jucker, David Blazquez
  • IT / Web Alex Baur, Ueli Heiniger, Danilo Rüttimann, René Vogel
  • Postazioni interattive Thomas Bucher, Pasquale Pollastro
  • Marketing e comunicazione Andrej Abplanalp, Anna-Britta Maag, Sebastiano Mereu, Carole Neuenschwander, Stefania Nicolini, Alexander Rechsteiner
  • Traduzioni Marco Marcacci (I), Laurence Neuffer (F), Nigel Stephenson (E)

Prestiti

  • Aargauer Kunsthaus Aarau
  • Naturama Aargau
  • Kostümkaiser, Aesch
  • Freilichtmuseum der Schweiz, Ballenberg
  • Bruno Manser-Fonds, Basel
  • Historisches Museum Basel
  • Kunstmuseum Basel
  • Museum der Kulturen, Basel
  • Naturhistorisches Museum Basel
  • Pro Natura, Basel
  • Schweizerisches Museum für Papier, Schrift und Druck, Basel
  • Staatsarchiv Basel-Stadt
  • Burgerbibliothek, Bern
  • Eigentum der Eidgenossenschaft, Bundesamt für Kultur, Bern
  • Kunstmuseum Bern
  • Kunstsammlung der Schweizerischen Mobiliar Genossenschaft, Bern
  • Schweizerische Nationalbibliothek, Bern
  • Robert Walser-Zentrum, Bern
  • Universit tsbibliothek Bern
  • Musée du Pays-d‘Enhaut, Château-d’OEx
  • Bündner Kunstmuseum Chur
  • Bündner Naturmuseum / Amt für Kultur, Chur
  • Rätisches Museum Chur
  • Staatsarchiv Graubünden, Chur
  • Kirchner Museum Davos
  • Museum Folkwang, Essen
  • Freies Deutsches Hochstift / Frankfurter Goethe-Museum, Frankfurt am Main
  • Fondation Bodmer Cologny, Genève
  • Regionalmuseum Surselva, Ilanz
  • Kunstmuseum Luzern
  • Graphische Sammlung München
  • Bilbliothèque publique et universitaire Neuchâtel
  • Hilti Art Foundation, Schaan, Liechtenstein
  • Musée d‘art du Valais, Sion
  • Musée d’Art Moderne et Contemporain de Strasbourg, Strassburg
  • The Princely Collections, Vaduz-Vienna
  • Stiftung für Kunst, Kultur und Geschichte, Winterthur
  • Gemeinde Zernez
  • Schweizerischer Nationalpark, Zernez
  • ETH-Bibliothek, Zürich
  • ETH Zürich Geologisches Institut
  • Graphische Sammlung ETH Zürich
  • Stadtarchiv Zürich
  • Werner Coninx Stiftung, Zürich
  • Zentralbibliothek Zürich
  • Zürcher Hochschule der Künste / Museum für Gestaltung Zürich

Collezioni private

  • Bern/Davos, E.W.K
  • Celia Caspar
  • Laurent Flutsch
  • Sammlung Maja Hoffmann / Luma Foundation
  • Klaus Littmann
  • Monika Niederberger
  • Ursula Regehr & Verena Clara Regehr Gerber