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La società dell’usa e getta e del consumismo è un fenomeno recente nella storia dell’umanità. In passato il nostro rapporto con i materiali e gli oggetti era dettato dalla scarsità e dalla mancanza. Fino alla rivoluzione industriale, alla fine del XVIII secolo, eravamo abituati a passarci i vestiti, riparare gli attrezzi, riutilizzare i materiali da costruzione, fondere e rimodellare gli oggetti di bronzo o riciclare i vasi di vetro. Che fossero di stoffa, metallo, pietra o vetro, una seconda o terza vita, o anche un riutilizzo continuo, erano previsti per qualsiasi tipo di oggetto. La mostra passa in rassegna i metodi dell’economia circolare nel passato e nel presente. Gli oggetti esposti, dall’età della pietra ai giorni nostri, mostrano come la loro storia è in grado di acuire la nostra consapevolezza del valore delle cose.
Per una vetrina digitale, abbiamo cercato foto di oggetti personali di uso quotidiano riparati in modo creativo, rivalorizzati con l'upcycling o trasformati in qualcosa di nuovo, a cui avete dato una seconda vita. Le foto inviate saranno esposte in forma anonima in una vetrina digitale nella mostra. Ecco una selezione dei numerosi contributi inviati, per i quali vi ringraziamo sentitamente!
La seconda vita delle cose. Pietra, metallo, plastica
Riparazione, riutilizzo e trasformazione: una nuova mostra al Museo nazionale Zurigo passa in rassegna i metodi dell’economia circolare, dall’età della pietra fino ai nostri giorni.
Benché la nozione sia relativamente recente, l’economia circolare è esistita fin dall’inizio della storia umana. Anche i nostri antenati producevano rifiuti e inquinavano l’ambiente. Ma prima dell’odierna società dell’usa e getta e del consumo, il modo in cui venivano gestiti gli oggetti e le risorse era dettato da penuria e scarsità. Per quanto possibile, gli oggetti venivano riciclati, riparati, adattati e riutilizzati.
La mostra espone oggetti che sono stati rappezzati, riutilizzati e tramandati per generazioni, contribuendo a promuovere la consapevolezza dell’importanza della seconda vita delle cose.
Pratiche di riconversione di materiali sono documentate già nell’età della pietra. Le lame di selce o le asce di roccia danneggiate non venivano buttate via, ma adattate in modo da poter essere riutilizzate. Più tardi, furono vasi, gioielli, utensili o sculture in bronzo a essere raccolti in depositi e fusi per produrre, ad esempio, monete e armi. Altri oggetti, invece, sono rimasti immutati e sono stati tramandati e utilizzati di generazione in generazione. È il caso, ad esempio, di una culla risalente al XVII secolo, che probabilmente è stata il giaciglio dei primi sonni di tantissimi membri della famiglia Waser di Zurigo.
Prima della produzione industriale di massa, anche i tessuti venivano utilizzati fino a quando non cadevano a pezzi e divenivano inutilizzabili. I padroni di casa passavano i loro abiti ai dipendenti, dopodiché i brandelli di tessuto venivano utilizzati come stracci, per la produzione di carta o anche come carta igienica. Allo stesso modo, dopo essere stati utilizzati dai nobili, gli indumenti particolarmente preziosi conoscevano una seconda vita nelle chiese e nei monasteri, dove diventavano paramenti liturgici, vesti mariane, tovaglie d’altare o venivano utilizzati per avvolgere le reliquie.
Prima del XX secolo, la scarsità delle risorse è stata la forza trainante dello sviluppo di strategie di riciclo, riutilizzo e trasformazione. Oggi, al contrario, sono la sovrapproduzione e l’inquinamento a costringerci a riflettere sull’economia circolare. Opportunità inedite possono giungere dallo sviluppo di nuove tecnologie: la rete permette di scambiare e rivendere oggetti usati. Gli stilisti di moda contemporanei valorizzano vecchi articoli o utilizzano materiali di scarto per creare nuovi abiti e accessori.
Anche la mostra non manca di dare il proprio contributo. Molti materiali provengono da esposizioni passate e potranno essere riutilizzati in occasioni future. La mostra potrà essere visita al Museo nazionale Zurigo dal 14 giugno al 10 novembre 2024. Si sposterà poi al Forum della storia svizzera Svitto, dove rimarrà dal 7 dicembre 2024 al 27 aprile 2025.
Documenti
Immagini
Contatto per la stampa e Museo nazionale Zurigo
Dal 7 dicembre 2024 la mostra potrà essere visitata anche al Forum della storia svizzera Svitto.
- Direzione generale Denise Tonella
- Direzione del progetto Jacqueline Perifanakis
- Curatrici e Curatori della mostra e concezione Jacqueline Perifanakis, Daniela Schwab
- Scenografia SKENO Kommunikation im Raum ° Szenografie, Mik Gruber
- Concezione grafica LDSGN Designstudio, Thomas Lehmann
- Illustrazioni Claudia Blum Kabeljau, Zürich
- Supporto del progetto Heidi Amrein, Luca Tori
- Comitato consultivo Günhan Akarçay, Heidi Amrein, Beat Högger, Markus Leuthard, Sabrina Médioni, Denise Tonella
- Controllo del progetto Sabrina Médioni
- Mediazione culturale Lisa Engi, Vera Humbel
- Direzione tecnica Henrike Binder
- Allestimento della mostra Ira Allemann, Ian Hügi, Marc Hägeli, Philippe Leuthardt, Sophie Lühr, David Schwitter
- Direzione dei lavori di conservazione Tino Zagermann
- Conservazione e montaggio degli oggetti Leonie Baumberger, Sarah Longrée, Jürg Mathis, Anna Jurt, Carolin Muschel, Ulrike Rothenhäusler, Alexandra Schorpp, Tino Zagermann
- Servizio di prestito Laura Mosimann, Claudio Stefanutto, Samira Tanner
- Logistica degli oggetti e assemblaggio Christian Affentranger, David Blazquez, Simon d’Hollosy, Reto Hegetschweiler, Aymeric Nager
- Fotografia Jörg Brandt
- Archivio fotografico Andrea Kunz, Fabian Müller
- IT | Web Alex Baur
- Postazioni interattive Alex Baur, Thomas Bucher, Ueli Heiniger, Pasquale Pollastro, Danilo Rüttimann, Tweaklab
- Marketing e comunicazione Andrej Abplanalp, Anna-Britta Maag, Sebastiano Mereu, Carole Neuenschwander, Alexander Rechsteiner
- Grafica pubblicitaria Manu Beffa Graphic Design & Art Direction
- Traduzioni Marie-Claude Buch-Chalayer, Bill Gilonis, Marco Marcacci, Laurence Neuffer
- Con il sostegno di Stiftung Willy G. S. Hirzel
Wir danken:
- Silke Langenberg, Orkun Kasap, ETH Zürich
- Walter Milan
- Museum Augusta Raurica
- Museum der Kulturen Basel
- Ufficio dei beni culturali, Bellinzona
- Defne Çetinkaya, Zürich
Il Museo Nazionale Svizzero ringrazia la Fondazione Willy G. S. Hirzel per il suo sostegno.