accessibility.sr-only.body-term
Ogni epoca e ogni società hanno una propria immagine del corpo umano. Nel Medioevo, il corpo costituiva una preoccupazione centrale per gli individui. La Chiesa, allora onnipotente, tacciava di peccato il desiderio carnale, mentre venerava i corpi martoriati di Gesù e dei santi. Nella vita terrena di tutti i giorni, i membri della nobiltà si prendevano cura del proprio corpo utilizzando prodotti cosmetici e praticando attività sportive, mentre il ceto inferiore era sopraffatto dalle malattie e dal duro lavoro fisico. Alla fine, quello che attendeva tutti era la morte, onnipresente nel Medioevo. I corpi dei defunti venivano curati e venerati nella speranza di una resurrezione. Attraverso numerosi prestiti provenienti dalla Svizzera e dall’estero, la mostra getta uno sguardo storico-culturale sul corpo nel Medioevo, fornendoci inoltre spunti di riflessione sull’immagine che ne abbiamo oggi.
desiderati. curati. martirizzati.
Visite guidate per i gruppi privati
Visita guidata attraverso la mostra «desiderati. curati. martirizzati. I corpi nel Medioevo».
Visita guidata: 1 ora
Visite guidate sono possibili fuori dall'orario di apertura: lunedì – venerdì tra le ore 9.30 e le ore 19.45. Sabato e domenica tra le ore 10.00 e le ore 17.00.
Iscrizione: |
due settimane in anticipo |
|
Durata: |
60 minuti, altre offerte su richiesta |
|
No. di partecipanti: |
25 persone al massimo |
|
Costi: |
CHF 180 per la visita guidata, più l’entrata a tariffa ridotta di CHF 10 per persona. Ingresso libero per bambini e ragazzi fino ai 16 anni. Per i gruppi di persone in possesso di un permesso N, S, B, F (rifugiati) o F (stranieri ammessi provvisoriamente), la visita guidata e l'ingresso sono gratuiti. |
accessibility.sr-only.person_card_info Servizio di prenotazione
openinghours.days.long.monday Aperto fino alle openinghours.days.long.friday openinghours.openfromto.long
desiderati. curati. martirizzati.: Visita panoramica
Secondario I e II
Visita guidata attraverso la mostra «desiderati. curati. martirizzati. I corpi nel Medioevo».
Visita guiadata: 1 ora
Visite guidate per classi scolastiche in Svizzera sono gratuite.
Visite guidate in italiano, anche al di fuori dell'orario di apertura. Visite guidate per classi scolastiche in Svizzera sono gratuite.
Iscrizione: |
almeno due settimane in anticipo |
|
Durata: |
1 ora, altre offerte su richiesta |
|
Numero di partecipanti: |
25 persone al massimo |
|
Costi: |
entrate e visite guidate per classi scolastiche svizzere sono gratuite. |
accessibility.sr-only.person_card_info Servizio di prenotazione
openinghours.days.long.monday Aperto fino alle openinghours.days.long.friday openinghours.openfromto.long
desiderati. curati. martirizzati. I corpi nel Medioevo
Nel Medioevo i corpi umani erano attraversati da contraddizioni, allo stesso tempo glorificati, repressi, oggetto di cure e di punizioni. Con numerosi prestiti provenienti dalla Svizzera e dall’estero, la nuova mostra temporanea del Museo nazionale Zurigo indaga il corpo nel Medioevo da un punto di vista storico-culturale.
In un’epoca contraddistinta dalla ricerca della perfezione, da ideali di bellezza e da selfie, si potrebbe pensare che l’ossessione per il corpo umano non sia mai stata così intensa come oggi. Tuttavia, già nel Medioevo al corpo e alla sua immagine era attribuita una grande importanza. Nell’Europa prevalentemente cristiana di allora, tra il X e la fine del XV secolo, il corpo era desiderato, curato e glorificato, ma anche martirizzato, mutilato e martoriato.
Nel Medioevo era soprattutto la Chiesa a definire l’immagine del corpo umano. Da un canto, essa considerava il corpo come la sede della concupiscenza e quindi del peccato. Le rappresentazioni del desiderio carnale, a sfondo moralizzatore, offrivano varie chiavi di lettura. D’altro canto, l’arte cristiana si concentrava sul corpo martoriato di Gesù sulla croce e sull’ideale di verginità incarnata da Maria, affiancati da rappresentazioni di martiri giustiziati in svariati modi. Le parti del loro corpo erano venerate come reliquie, promettendo ai fedeli guarigione, un buon raccolto o persino una gravidanza.
Anche nella quotidianità terrena gli uomini del Medioevo non dedicavano minore attenzione al proprio corpo. Le donne e gli uomini dei ceti più elevati possedevano specchi riccamente decorati, si incipriavano la pelle, si tingevano i capelli e si cospargevano di profumi pregiati. Anche l’esercizio fisico, ritenuto salutare, era molto apprezzato. In città come in campagna, nei giorni di festa uomini e donne si divertivano a correre, saltare e ballare. Particolarmente amati erano i tornei, le gare di tiro e i giochi con la palla.
Tra i ceti inferiori, invece, i corpi erano per lo più sottoposti a forti sollecitazioni a causa delle difficili condizioni di vita. Il pesante lavoro fisico, la cattiva alimentazione e le malattie si ripercuotevano gravemente sulla salute. Non mancavano i consigli medici per mantenere un corpo sano. Cruciale ed estremamente diffusa era la teoria dei quattro umori, che propugnava l’equilibrio armonioso del corpo in tutte le sue componenti. Bagni, coppettazione e salassi erano votati a bilanciare gli umori in modo salutare. Mentre le classi superiori si facevano curare da medici qualificati, la maggior parte della populazione ricorreva a medici profani e cerusici. Esisteva anche un sistema di assistenza sanitaria sociale: i malati poveri e marginali venivano assistiti e nutriti gratuitamente negli ospedali gestiti dai monasteri.
Alla fine, la morte era ciò che attendeva tutti. Nel Medioevo i corpi dei defunti erano onnipresenti nella vita quotidiana. Nell’attesa della resurrezione, i fedeli praticavano rituali funebri già da vivi e pregavano per i morti. La credenza cristiana secondo cui il giorno della loro resurrezione le persone avrebbero ritrovato il loro corpo totalmente integro all’età di circa 30 anni, l’età in cui morì Gesù, illustra l’importanza attribuita all’idea del corpo nel Medioevo.
Numerosi prestiti provenienti dalla Svizzera e dall’estero, tra cui dipinti, stampe, libri, sculture e oggetti di uso quotidiano, consentono di scoprire il corpo nel Medioevo da un punto di vista storico-culturale. Postazioni multimediali e interviste permettono al pubblico di approfondire l’argomento, fornendo spunti di riflessione anche per quanto riguarda l’immagine che abbiamo oggi del nostro corpo.
Documenti
Immagini
Contatto per la stampa e Museo nazionale Zurigo
- Direzione generale Denise Tonella
- Direzione del progetto Aaron Estermann
- Curatrici e Curatori della mostra e concezione Aaron Estermann, Rahel Grunder
- Scenografia Rappaport Szenographie Architektur GmbH, Christa Held, Alain Rappaport
- Concezione grafica Vieceli & Cremers
- Comitato consultivo Günhan Akarçay, Heidi Amrein, Beat Högger, Markus Leuthard, Sabrina Médioni, Denise Tonella
- Controllo del progetto Sabrina Médioni
- Mediazione culturale Gerda Bissig, Lisa Engi, Vera Humbel
- Direzione tecnica Henrike Binder
- Allestimento della mostra Ira Allemann, Marc Hägeli, Philippe Leuthardt, Sophie Lühr, David Schwitter
- Direzione dei lavori di conservazione Charlotte Maier
- Conservazione e montaggio degli oggetti Anna Jurt, Iona Leroy, Véronique Mathieu, Jürg Mathys, Ulrike Rothenhäusler, Tino Zagermann
- Prestiti e logistica degli oggetti Christian Affentranger, David Blazquez, Simon d’Hollosy, Reto Hegetschweiler, Laura Mosimann, Markus Scherer,Claudio Stefanutto, Samira Tanner
- Fotografia Jörg Brandt, Felix Jungo
- Archivio fotografico Andrea Kunz, Fabian Müller
- IT, web, postazioni interattive Alex Baur, Thomas Bucher, Ueli Heiniger, Pasquale Pollastro, Danilo Rüttimann, René Vogel
- Audioguida (produzione) Rahel Grunder, Hipp Mathis
- Audioguida (voci) Margherita Coldesina, Irene Godel, Regula Imboden, Sarah Robins
- Marketing e comunicazione Andrej Abplanalp, Anna-Britta Maag, Sebastiano Mereu, Carole Neuenschwander, Alexander Rechsteiner
- Grafica pubblicitaria Res Zinniker
- Traduzioni Dana Braziel-Solovy, Marco Marcacci, Laurence Neuffer, Nigel Stephenson, Nicole Weiss
- In partenariato con Cinémathèque suisse, Moïra Cambridge, Oscar Corthésy, Barbara Elsener, Denis Emery, Caroline Fournier, Alix Hagen, Virginie Havelka-Berset, Silvia Kolly, Frédéric Maire, Valéry Martseniuk, Achilleas Papakonstantis, Jérôme Piller, Isotta Regazzoni, Rebecca Rochat, Loïc Salomé, Manon Sauvage, Lucas Taddei, Demian Tschumi, Nicolas Verdes, Petra Vlad, Daniela Wegmann, Seraina Winzeler
- Con il sostegno di cinefile.ch, filmo.ch
- Historisches Museum Basel
- Kunstmuseum Basel
- Öffentliche Bibliothek der Universität Basel
- Pharmaziemuseum der Universität Basel
- Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie
- Staatliche Museen zu Berlin, Kunstgewerbemuseum
- Staatliche Museen zu Berlin, Kupferstichkabinett
- Burgerbibliothek Bern
- Musée Unterlinden, Colmar
- Fondation Martin Bodmer, Cologny (Genève)
- Stiftsbibliothek Kloster Einsiedeln
- Keresztény Múzeum, Esztergom
- Musei del Bargello, Firenze
- Direzione Regionale Musei della Toscana, Museo di San Marco, Firenze
- Städel Museum, Frankfurt am Main
- Städtische Museen Freiburg, Augustinermuseum, Freiburg im Breisgau
- Diözesanmuseum Freising
- Musée d‘art et d‘histoire Fribourg
- Bibliothèque de Genève
- MAH Musée d’art et d’histoire, Ville de Genève
- Diözesanmuseum Graz
- Universitätsbibliothek Heidelberg
- Collectie Familie Van Beuningen, Langbroek
- Direzione Regionale Musei della Toscana, Museo Nazionale di Villa Guinigi, Lucca
- Collection Château de Morges & ses musées
- Universitätsbibliothek der LMU München
- Museum für medizinhistorische Bücher Muri
- Germanisches Nationalmuseum, Nürnberg
- Bibliothèque nationale de France, Paris
- Musée des Arts décoratifs, Paris
- Musée de Cluny – Musée national du Moyen Âge, Paris
- Musée du Louvre, Département des Objets d’art, Paris
- Musée du Louvre, Département des Sculptures, Paris
- Rudolf Martin, Radolfzell
- Museum zu Allerheiligen, Schaffhausen
- Bally Schuhmuseum, Schönenwerd, Bally Schuhfabriken AG
- Amt für Denkmalpflege und Archäologie, Kantonsarchäologie Solothurn
- Zentralbibliothek Solothurn
- Stiftsbibliothek St. Gallen
- Landesmuseum Württemberg, Stuttgart
- ALBERTINA, Wien
- Belvedere, Wien
- Stiftung für Kunst, Kultur und Geschichte, Winterthur
- Graphische Sammlung ETH Zürich
- Kunsthaus Zürich
- Universität Zürich, Institut für Evolutionäre Medizin (IEM)
- Zentralbibliothek Zürich